Togliere l'IMU? L'idea non è così insensata

Togliere l’IMU? La proposta, come sempre, rischia di non essere valutata seriamente affogando nel dibattito e nella contesa tra partigianerie politiche. Ma il tema che apre è reale e molto più vasto.

Tuttavia, noto con piacere che Aldo Giannulli esamini spassionatamente questa ipotesi in un articolo su Cadoinpiedi (che è di Casaleggio e quindi della “parte avversa”). Secondo Giannulli, abolire l’IMU non è insensato, perché occorre spostare il peso fiscale dagli investimenti produttivi e dai consumi verso le rendite finanziarie, “che sono improduttive”. Certo, continua, forse l’IMU non sarebbe la prima tassa da tagliare, perché su imprenditori e proprietari di case gravano un numero elevatissimo di balzelli statali tali da affossare, come è successo nei fatti, l’imprenditoria e il mercato immobiliare italiani.

Non posso che concordare con quanto scritto. Parliamo molto del lavoro che manca, ma la disoccupazione non è una causa, bensì un effetto dell’impossibilità di fare impresa e di investire in Italia. Per rilanciare le imprese – e quindi il lavoro – bisogna dare dei motivi validi per investire, invece dei disincentivi rappresentati dall’elevatissima tassazione (il 52-56% del PIL). Mettiamocelo bene in testa: fino a quando non sarà conveniente fare impresa in Italia, il problema non si risolverà.

Per l’immobiliare vale lo stesso discorso. Le transazioni sono tassate sopra ogni logica: a Lipsia, in Germania, una compravendita di casa è tassata al massimo al 5% notaio compreso. Sapete quanto è tassata invece in Inghilterra? Praticamente zero se la transazione non supera un certo importo (350.000£). Aggiungiamo poi la tassazione abnorme della proprietà (in arrivo ci sarà anche la Tares…).

Aggiungiamo anche i prezzi al mq fuori di testa, che non permettono a chi ha un normale stipendio (almeno per chi ce l’ha) di comprarsi una casa se non aiutato dai genitori.

D’altro canto, le banche non concedono più credito se non, come osserva giustamente Giannullo, sotto garanzia della Regina Elisabetta.

Aggiungiamo a tutto questo il diritto inesistente (quanto tempo occorre a rientrare in possesso della casa se non ti pagano l’affitto?)… E poi ci meravigliamo che l’immobiliare è in crisi?

Ecco dunque la mia personale ricetta: via qualsiasi balzello sulle case per almeno 12 mesi, tasse, imposta di registro, bolli, imposte catastali e ipotecarie.

Per chi compra casa, un premio: non pagherà nessuna tassa sulla casa per 3 anni. Compri casa e la dai in affitto? Bene, hai reso produttivo il tuo investimento, quindi niente tasse per i primi 36 mesi.

Se non paghi l’affitto, hai la certezza di non essere sbattuto in strada dalla sera alla mattina; ma puoi essere sicuro che sarai sbattuto fuori entro 12 mesi.

A chi ritiene utopiche queste proposte, ricordo che in Germania le banche non chiedono garanzie personali, ma vogliono che l’immobile sia redditizio.

Che dite il mercato immobiliare non si risveglierebbe?